Etichette per Birra: Tutto quello che c’è da sapere sulla normativa

Progettare un’etichetta per birra ci permette di dare libero sfogo alla nostra creatività. In base al gusto e all’intensità del sapore della birra, possiamo osare con etichette eccentriche e divertenti.

Una volta inseriti gli elementi fondamentali, le informazioni obbligatorie che devono essere necessariamente aggiunte in base alle normative, possiamo spaziare quanto vogliamo.

Oggi, scopriremo insieme tutto quello che c’è da sapere sulla normative delle etichette per birra, così potrete progettare l’opzione perfetta per il vostro prodotto. L’etichetta aiuta i consumatori a conoscere i punti di forza della bevande e, allo stesso tempo, tutela i singoli venditori.

Rispettando le normative e seguendo le indicazioni successive, vi assicurerete un risultato funzionale e del tutto in linea con le aspettative.
Se volete dare un nuovo volto alla vostra birra, questo è il giusto elemento di partenza.

Etichette resistenti e impermeabili

La maggior parte delle birre vengono servite in versione “ghiacciata”. Le basse temperature tipiche del frigorifero e la condensa che scivola sulla bottiglia, rendono necessaria la scelta di un’etichetta sufficientemente resistente.

Su Etichette Sprint, troverete i materiali più adatti a soddisfare i vostri bisogni di sicurezza. Un’etichettatura adesiva, resistente ed impermeabile è la scelta migliore per la birra, capace di rimanere intatta nel corso del tempo.

Allo stesso modo, vi consigliano di prestare particolare attenzione alla grandezza delle singole scritte, che devono risultare facilmente leggibili agli occhi dei consumatori.
E’ bene ricordarsi di non sovrapporre gli elementi grafici dell’etichetta alle informazioni scritte, così da non creare confusione.

Le normative si concentrano anche sul livello di leggibilità delle etichette, che devono essere di facile intuizione per tutti i possibili clienti.

Informazioni obbligatorie

Iniziamo la nostra guida alla scoperta della perfetta etichetta per birra inserendo la lista delle indicazioni obbligatorie, che è assolutamente necessario riportare.

Ricordate di renderle facilmente visibili, mettendo a disposizione dei consumatori tutte le informazioni di cui potrebbero aver bisogno per decidere se acquistare o meno il vostro prodotto. L’etichetta può trasformarsi in un grande alleato, nell’elemento chiave che aumenta le vendite.

– Denominazione del prodotto
– Quantità netta del prodotto
– Termine minimo di consumazione
– Condizioni di conservazione
– Elenco degli ingredienti
– Nome e indirizzo dello stabilimento di produzione

Proseguiremo con l’analisi dettagliata delle singole informazioni, così da prepararvi ad ogni tipo di situazione e prevenire possibili errori. Iniziamo!

Denominazione del prodotto

La legge n.1354/1962, “disciplina igienica della produzione e del commercio della birra”, impone l’inserimento della corretta denominazione sull’etichetta della vostra birra.

Di seguito, riportiamo le varie denominazioni in base alle caratteristiche della birra:

Birra Analcolica prodotto con grado Plato non inferiore a 3 e non superiore a 8, e con gradazione alcolica non superiore a 1,2%;
Birra Leggera (o Birra Light) prodotto con grado Plato non inferiore a 5 e non superiore a 10,5, e con trazione alcolica non superiore a 3,5%;
Birra prodotto con grado Plato superiore a 10,5 e con gradazione alcolica superiore a 3,5%;
Birra Speciale prodotto con grado Plato non inferiore a 12,5;
Birra Doppio Malto prodotto con grado Plato non inferiore a 14,5;
Birra con aggiunta di aromi quando alla birra vengono aggiunti aromi, frutta o altri alimenti, è necessario riportarli dopo la denominazione classica “birra” (es. birra al lampone).

*il grado Plato (°P) è un’unità di misura particolarmente utilizzata nel mondo della birra, ed indica la densità della soluzione.

Elenco ingredienti e allergeni

L’elenco degli  b permette ai consumatori di identificare immediatamente eventuali “ n” (alimenti a cui potrebbero essere allergici), rispettando la loro salute e la loro sicurezza.

Secondo la normativa, gli ingredienti vanno inseriti in ordine decrescente di peso e senza eccezioni. Allo stesso modo, gli allergeni vanno inseriti subito dopo gli ingredienti e messi in grassetto per attirare subito l’attenzione (es. “contiene glutine”).

Gli elementi caratterizzanti, utilizzati nella produzione di specifiche birre, vanno riportati nell’elenco degli ingredienti sulla percentuale del prodotto.

Termine e condizioni di conservazione

Sull’etichetta vanno inseriti anche il termine minimo di conservazione (TMC) e le condizioni di conservazione.

Il TMC indica la data entro cui il prodotto mantiene stabili le sue caratteristiche. Per indicarlo, si utilizza la denominazione “da consumarsi preferibilmente entro…” oppure “da consumarsi entro…”.
Entrambe le denominazioni sono seguite dal mese e dall’anno di consumazione ultima.

Le condizioni di conservazione e/o le condizioni d’impiego, devono essere inserite per prevenire eventuali alterazioni del prodotto.
Hanno uno scopo protettivo di natura igienico sanitaria, e tutelano il produttore in caso di incidenti o problemi di vario tipo.

Nome e indirizzo dello stabilimento

Proseguiamo con un altro elemento fondamentale, che riguarda la sede della produzione e del confezionamento.

Sull’etichetta, va riportato l’indirizzo dello stabilimento di produzione e la sua località di riferimento. Lo stesso vale anche per la sede del confezionamento – qualora fosse diversa.

Oltre all’indirizzo della sede di produzione, bisogna inserire anche “il nome o la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare (OSA) responsabile delle informazioni sugli alimenti”
In altre parole, bisogna riportare il nome dell’operatore con il cui nome (o ragione sociale) è commercializzato il prodotto. Il soggetto che compare sull’etichetta, è responsabile delle informazioni di etichettatura anche se non è il produttore o il confezionatore.

Etichetta ambientale

Terminiamo la nostra guida alla scoperta della perfetta etichetta per birra, citando la cosiddetta “etichetta ambientale”. Parliamo di un’introduzione abbastanza recente, regolata dal decreto legislativo del 3 Settembre 2020, n. 116.

In base a quanto riportato sul decreto, il responsabile dell’imballaggio è tenuto a riportare sull’etichetta il tipo di materiale utilizzato. I consumatori vengono così informati sia sugli ingredienti del prodotto, sia suoi materiali che compongono l’involucro esterno.

L’obbiettivo, è quello di rendere imprese e consumatori più attenti al problema della sostenibilità ambientale e molto più consapevoli.

In favore di quanto detto, i responsabili dell’imballaggio – che inseriscono le informazioni per l’etichettatura ambientale – devono aggiungere anche tutte le indicazioni per la corretta raccolta differenziata.
I consumatori devono essere informati su come dividere i singoli componenti della confezione e riciclarli nel modo corretto.

Secondo quanto si legge nel decreto, l’etichettatura ambientale diventerà obbligatoria in tutti i settori a partire dal 1 Luglio 2022.

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